venerdì 22 gennaio 2021

Grandi firme del passato

Il bello di essere concisi. Il ciclope consiglia la lettura di questi testi, tratti da personaggi da cui trarre spunto per i nostri scritti.

  1. Il greco Erodoto ha come parole d’ordine sono “ho visto”, “ho sentito”, “ho ragionato”. Così racconta questa storia come un cronista dei nostri giorni:

Filippide, inviato dagli strateghi, era già a Sparta il giorno dopo la sua partenza dalla città di Atene. Presentatosi ai magistrati spartani, disse: <Spartani, gli Ateniesi vi pregano di venire in loro soccorso e di non permettere che una città fra le più antiche della Grecia cada in schiavitù per opera di genti barbare; è così: ora gli Eretriesi sono schiavi e la Grecia risulta più debole, perché le manca una città importante>. Egli dunque comunicava il messaggio che gli era stato affidato; gli Spartani decisero sì di inviare aiuti, ma non erano in grado di provvedere subito, perché non volevano violare la legge: era infatti il nono giorno della prima decade del mese, e il nono giorno non potevano partire, specificarono, perché non c'era ancora il plenilunio.

  1. Il romano Cesare (100-44 a.C.) parla di sé in terza persona, rispetta le regole del giornalismo ed è testimone di quello che scrive. Le risposte a “chi”, “che cosa”, “dove”, “quando”, “perché” e “come” sono tutte nelle prime righe:

Cesare, partendo per l'Italia, mandò Servio Galba con la dodicesima legione e parte della cavalleria nei territori dei Nantuati, dei Veragri e dei Seduni, che dalla regione degli Allobrogi, dal lago Lemano e dal Rodano raggiungono la cima delle Alpi. Lo scopo era di aprire la via attraverso le Alpi, che i mercanti di solito percorrevano sottoposti a gravi rischi e pesanti dazi. Cesare diede a Galba il permesso di svernare con la legione in quei luoghi, se lo avesse ritenuto opportuno. Galba riportò alcuni successi in battaglia ed espugnò parecchie fortezze nemiche: tutti i popoli della zona gli mandarono ambascerie. Ricevuti gli ostaggi e conclusa la pace, decise di stanziare nelle terre dei Nantuati due coorti, mentre con le rimanenti pose i quartieri d'inverno in un villaggio dei Veragri, Octoduro, situato in una valle a cui si aggiunge una modesta pianura, chiuso tutt'intorno da monti altissimi. Dato che un fiume divideva il villaggio in due parti, una Galba la concesse ai Galli, perché vi svernassero, ma l'altra ordinò di evacuarla e la riservò alle sue coorti. Fortificò il sito con un vallo e un fossato.

3) Capolavoro di sintesi, però, è in Dante:

la prima terzina della Divina Commedia è un “attacco” perfetto con le “5w” in tre righe!

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.

 Erodoto (484-425 a.C.), Storie, VI, 106

 Caio Giulio Cesare (100-44 a.C.), La guerra gallica, III, 1



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